- Poffare! - diss'io, ventilando fra me la questione - adunque ventun miglio di navigazione (da Douvre a Calais non si corre né piú né meno) conferiranno sí fatti diritti? Vo' esaminarli. - E, lasciando andare il discorso, m'avvio diritto a casa: mi piglio mezza dozzina di camicie, e un paio di brache di seta nera.
- L'abito che ho indosso - diss'io, dando un'occhiata alla manica - mi farŕ.
Mi collocai nella vettura di Douvre: il navicello veleggiň alle nove del dí seguente: e per le tre mi trovai addosso a un pollo fricassé (3) a desinare - in Francia - e sě indubitabilmente che, se mai quella notte mi fossi morto d'indigestione, tutto il genere umano non avrebbe impetrato che le mie camicie, le mie brache di seta nera, la mia valigia e ogni cosa non andassero pel droit d'aubaine (4) in ereditŕ al re di Francia - anche la miniatura ch'io porto meco da tanto tempo e che io tante volte, o Elisa(5), ti dissi ch'io porterei meco nella mia fossa, mi verrebbe strappata dal collo. - Vedi scortesia! E questo manomettere i naufragj di un passeggiere disavveduto che i vostri sudditi allettano a' loro lidi - per Dio! Sire, non č ben fatto: e sí che mi rincresce d'avere che dire col monarca di un popolo tutto cuore e sí incivilito e cortese e sí rinomato per la gentilezza de' sentimenti.
Ma tocco appena i vostri domini(6).
II
CALAIS
Finito ch'ebbi di desinare, compiacqui all'animo mio facendo un brindisi al re di Francia; - e non che gli serbassi rancore, io l'onorava anzi altamente per l'umanitŕ della sua indole - e per questa riconciliazione mi rizzai ingrandito di un pollice.
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