- Or, o miei diletti compatriotti, ove andate voi dunque?
- Stiam qui solamente - mi dissero guardando questo calesse.
- Padroni miei riveriti - diss'io, uscendo d'un salto, e salutandoli di cappello(21).
- E' ci dava assai da pensare - mi disse l'uno ch'io conobbi per viaggiatore curioso - da che mai provenisse quel moto.
- Dall'agitazione - risposi freddissimamente - di chi scrive un proemio.
- Non ho udito mai - disse l'altro che era un viaggiatore semplice - di proemio scritto in una désobligeante.
- Sarebbe riuscito migliore - risposi in un vis-à-vis(22).
Siccome un inglese non viaggia per vedere Inglesi, io m'avviai alla mia camera.
VIII
CALAIS
M
'accorsi ch'io solo non potevo ombrare tanto quel corridoio donde io passavo tornandomi alla mia camera: ed era di fatti monsieur Dessein, padrone dell'hôtel, tornato appunto da' vespri, che col suo cappello sotto l'ascella mi veniva dietro officioso per farmi risovvenire del mio bisogno. Io aveva già bell'e cancellata dal mio libro quella désobligeante; e monsieur Dessein parlandone, si ristrinse nelle spalle, come la non facesse per me: e però mi si piantò subito nel cervello che quella derelitta spettasse a qualche viaggiatore innocente, il quale, tornando al paese, l'avesse rimessa nell'onestà di monsieur Dessein che le trovasse padrone alla meglio. Quattro mesi erano scorsi da che era venuta a riposarsi nel cantuccio di quel cortile da tutto il suo giro d'Europa; giro a cui s'era accinta già benemerita e raffazzonata; e fu inoltre svitata due volte sul Moncenisio; né avresti detto che tante vicende l'avessero ridotta men misera, ma peggio che peggio standosi nel fondo del cortile di monsieur Dessein per tutti quei mesi incompianta.
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