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      Cosí ella lasciò correre, finché monsieur Dessein tornò con la chiave; ed io in quel mezzo fantasticava: "Certo certo, se il povero francescano le avesse ridetto il suo caso meco, e' bisogna pure che io mi liberi dal tristo concetto che le si sarà piantato nell'animo: ma e come?". Mi posi a cercar questo come.
     
     
      XII
     
      LA TABACCHIERA
     
      CALAIS
     
      Quel buon vecchio del frate, mentr'io dubitava di lui, non m'era lontano sei passi; e ci veniva incontro un po' di traverso fra il sí e il no. Pur giunto a noi, si fermò con indicibile ingenuità, presentandomi aperta la sua tabacchiera di corno ch'egli avea tra le mani.
      - Saggerete un po' del mio - dissi a lui; e mi trassi di tasca e gli porsi una scatoletta di tartaruga.
      - Squisito! - disse il frate.
      - Or fatemi il favore - soggiunsi - di gradire il tabacco e la scatola; e pigliandovi alcuna presa ricordivi di tanto in tanto che questa fu l'offerta di pace d'un uomo che vi ha una volta trattato ruvidamente, ma non col cuore.
      Il povero frate si fe' di scarlatto.
      - Mon Dieu! - diss'egli a mani giunte - voi non m'avete trattato ruvidamente mai.
      - Non mi pare - aggiungea la signora - non mi pare capace. - E mi feci anch'io rosso; e per quali emozioni, chi sente - e non avrà di molti compagni - lo esplori.
      - Perdoni, madama - diss'io - io l'ho trattato acerbissimamente, e non fui provocato.
      - No, non può darsi - tornò a dir la signora.
      - Dio mio! - esclamò il frate con tal fuoco d'asseveranza, che non pareva a lui proprio - la colpa era mia, e della indiscretezza del mio zelo.


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Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l'Italia
Yorick (Lorenzo Sterne)
di
pagine 163

   





Dessein Dieu