La gentildonna gli contradisse, ed io con lei, sostenendo ch'egli era impossibile che un animo sí ben composto potesse mai recar noja a veruno.
Io non sapeva che un alterco potesse, com'io pur sentiva allora in me stesso, riescire sí soave e sí piacevole a' nervi. Si restò taciti senza verun senso di quell'angustia scimunita che sottentra quando in un crocchio vi guardate per dieci minuti l'un l'altro in viso senza dirvi una sillaba. Strofinava frattanto il frate quella sua tabacchiera di corno sulla manica della sua tonaca; e, come vide che avea acquistato certa apparenza piú lucida, mi fece un inchino profondo e disse: ch'era ormai tardi, né si poteva dir per allora se piú la debolezza che la bontà dell'indole nostra ci avesse involti in quella contesa; ma comunque si fosse, mi pregava che tra di noi cambiassimo tabacchiera. E parlando mi offeriva la sua da una mano, e dall'altra accettava la mia, e baciatala, con un profluvio di buon naturale negli occhi, se la ripose nel seno, e s'accomiatò.
Io mi serbo la sua tabacchiera tra le parti istrumentali(29) della mia religione, e quasi scala alla mia mente a piú alte cose; e per verità io esco di rado senz'essa, e per essa ben assai volte richiamo lo spirito cortese del suo donatore a guidare anche il mio attraverso le burrasche del mondo, le quali (com'io poi seppi dalla storia di lui) l'aveano esercitato pur troppo sino a' quarant'anni dell'età sua, allorquando egli, vedendosi male rimunerato de' meriti suoi militari, e malavventurato nella tenerissima delle passioni, abbandonò la spada insieme e l'amore, e rifuggí nel sacrario non tanto del suo convento quanto di se stesso.
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