Un povero principe mal armato di cavalleria e la cui fanteria non oltrepassa un pedone, farà saviamente, cedendo il campo, e segnalandosi, purché egli possa salirvi, nel gabinetto; salirvi, da che non vi si scende come mandati dal cielo dicendo: "Me voici, mes enfants!" Eccomi, per quanto parecchi sel credano(56).
Confesso che non sí tosto fui tutto solo nella camera dell'hôtel, le adulatrici speranze che mi scortavano sino a Parigi fuggirono a un tratto umiliate. Io m'accostava con gravità alla finestra vestito del mio polveroso abito nero; e, osservando da' vetri, io vedeva gran gente a drappelli, che in panni gialli, verdi ed azzurri correvano l'arringo del piacere: i vecchi con lance spezzate e con elmi che aveano perduta ormai la visiera, i giovani con armatura sfolgorante d'oro tersissima, lussureggianti d'ogni piú gaja penna d'oriente; e tutti tutti, emulando i cavalieri incantati, che ne' torneamenti del buon tempo antico armeggiavano per la gloria e l'amore.
E gridai: - Ahi povero Yorick! e che puoi tu far qui? Alla prima tua prova in questa splendida giostra tu se' ridotto subito al niente: ricovrati, ricovrati in uno di que' tortuosi viali che un tourniquet(57) suole proteggere dalla prepotenza de' cocchi e da' raggi ardenti de' flambeaux, e dove potrai conversare soavemente con una benigna grisette(58), moglie di qualche barbiere e, accomodandoti a quelle modeste brigate, consolare in pace l'anima tua.
Possa io morire se mi ci accomodo!
Cosí dicendo, cercai la lettera ch'io doveva presentare a Madame de R***. "E per prima cosa visiterò questa dama.
| |
Eccomi Parigi Yorick Madame
|