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      - Non serve - diss'io scuotendo il capo.
      - No - diss'ella col medesimo cenno.
      Senz'altro; vi son certi sguardi animati d'ingenuità e di malizia, ne' quali il senno, il capriccio, la serietà e la scempiaggine sono sí fattamente stemprati insieme che, se tutte le lingue di Babele si sfrenassero a gara, non saprebbero esprimerli mai; e sono inoltre scoccati e colti cosí di volo, che voi non potreste mai dire donde spiri primo o piú s'innesti l'aculeo(68). Su di che lascio che i vostri parolai dissertino ampollosamente in piú pagine(69); a me basti di ridirvi per ora, che i guanti non mi servivano: e ci siamo l'uno e l'altra appoggiati con le braccia incrociate sul banco ch'era un po' stretto, e tra noi due vi capiva appena l'involto che giaceva nel mezzo.
      La bellissima grisette guardava or i guanti, or verso la finestra, poi guardava i guanti poi me. Io non mi sentiva di rompere quel silenzio; e seguendo l'esempio, guardai i guanti, poi la finestra, e i guanti e lei di volta in volta cosí.
      M'avvidi ch'io scapitava di molto a ogni assalto. Aveva un occhio nero, vivo, dardeggiante fra due palpebre contornate di lunghi cigli di seta; penetrante sino a mirarmi nel cuore e ne' lombi(70): parrà incredibile; ma io propriamente me lo sentiva.
      - Non fa caso - diss'io pigliando e riponendomi in tasca le due paia che mi trovai piú vicine.
      Conobbi che la bellissima grisette non me le rincarò neppur d'una lira ed io bramava a ogni modo che mi chiedesse almeno una lira di piú, e mi stillava il cervello per trovar verso a rifare il contratto.


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Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l'Italia
Yorick (Lorenzo Sterne)
di
pagine 163

   





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