Ma la sua maggiore tribolazione era il gran corpo d'un Tedesco da sei in sette piedi, il quale si frapponeva direttamente tra il nano e ogni possibilità di mandare un'occhiata alla scena e agli attori. Industriavasi il meschinello alla meglio per poter esplorare le cose alle quali egli sapeva d'esser presente, e mendicava qualche spiraglio tra il braccio e il torso di quel Tedesco, provandosi or da un lato or dall'altro: ma quel Tedesco s'era piantato tutto d'un pezzo nella positura la piú indiscreta che uno si possa ideare. Poteva bensí il nano idearsi di essere allora nel piú profondo pozzo della città: però allungò con creanza la mano sino alla manica del Tedesco, e gli disse la sua passione. Il Tedesco si volse, lo squadrò come un dí Golia con David, e si ripiantò inesorabile nella sua positura.
Io mi pigliava in quel punto una presa nella tabacchiera del mio buon frate. "Oh come il tuo mite e cortese spirito, caro il mio frate, sí temprato a patire e a compatire, oh come inchinerebbe affabilmente l'orecchio alla querela di questa povera creatura!"
E sí dicendo, levai gli occhi al cielo con tal commozione che il vecchio ufficiale francese si fece animo d'interrogarmi di che mai si trattava. L'informai in due parole, e mi dolsi di tanta inumanità.
Ma già il nano, ridotto agli estremi, avea ne' primi impeti, che sono per lo piú irragionevoli, minacciato al Tedesco: - Ti mozzerò col mio temperino la tua lunga coda.
Il Tedesco lo guardò appena, e senza scomporsi gli disse: - Purché ci arriviate.
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