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      E stetti a mirarlo; e verso chiunque andava e veniva, quel tapinello dibattendo l'ali accorreva, e tuttavia lamentando con le stesse parole la sua schiavitú: "I can't get out" dicea lo stornello.
      - Dio ti accompagni! - esclamai - perch'io ti farò uscire, e costi che può.
      Andai attorno la gabbia a trovar lo sportello, ma era tortigliato e ritortigliato a tanti doppj di fil di ferro che bisognava, ad aprirlo, mandare in pezzi la gabbia, e mi sono provato a due mani.
      L'uccello svolazzò dove io m'industriava di liberarlo; sporgeva il capo tra que' ferretti e premevali come per impazienza col petto.
      - Temo, povera creatura - gli dissi - ch'io non potrò darti la tua libertà!
      - No - dicea lo stornello - I can't get out, I can't get out - dicea lo stornello.
      Giuro che gli affetti miei non furon piú teneramente svegliati mai; né mai, né in veruno di quanti accidenti io mi ricordi nella mia vita, gli spiriti traviati che abusavano della mia ragione rientrarono con pentimento sí volontario in se stessi. Per quanto quelle note fossero materiali, risuonava in esse a ogni modo tal accento di natura e di verità, che in un batter d'occhio disperse tutti i miei sistematici sillogismi su la Bastille. Io risaliva quasi a stento le scale, e fermandomi, per disdirmi d'ogni parola da me proferita scendendole.
      Tu puoi condirti a tua posta, o indolente Servaggio!
      io diceva "tu sei pur sempre un calice amaro e, sebbene i mortali nascano di generazione in generazione a migliaia per tracannarti, tu non per tanto non sei men amaro.


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Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l'Italia
Yorick (Lorenzo Sterne)
di
pagine 163

   





Bastille Servaggio