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      Eppure! vorrei esserne fuoridiss'io. "E torna, codardo! codardo! quasi che in tutto il cerchio del globo il mortale non fosse eguale al mortale? E s'egli è eguale nel campo, perché non anche a tu per tu in una stanza? Credimi, Yorick: chi si tiene dappoco è traditore di se stesso: la natura è avara alle volte d'alcuna difesa all'uomo; ma l'uomo butta via le altre dieci ch'essa gli ha dato. Presentati al duca con la Bastille sul viso: ci giuoco la vita che tu in mezz'ora sei rimandato a Parigi, e scortato." "Credo" risposi "me n'andrò dunque, giuro a Dio! con tanta ilarità e disinvoltura che nulla piú."
      E qui pure tu sbaglireplicai tosto. "Yorick, un'anima in calma non corre agli estremi: sta equabile nel suo centro." "Egregiamente!" esclamai. E in quella il cocchiere dava la volta verso la porta; e tanto ch'egli girò nel cortile e si fermò su la soglia, mi trovai sí ben convertito dalla mia predica, ch'io saliva le scale, né come la vittima della giustizia che va su l'ultimo gradino a morire, né in un paio di salti, come quand'io volo, o Elisa, a te per rivivere.
      Presentandomi all'anticamera mi si fe' incontro un tale, forse il maître-d'hôtel; ma l'avresti creduto piuttosto uno de' vice-segretari; e mi disse che monseigneur era affaccendato.
      - Ignoro al tutto - diss'io - con quali formalità s'ottenga udienza; sono mal pratico, e forestiero; e il peggio, nelle congiunture d'oggi, si è ch'io sono Inglese.
      - Ciò non fa caso - mi rispos'egli. Me gli inchinai appena, soggiungendo ch'io aveva da parlare d'importanza a monsieur le duc.


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Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l'Italia
Yorick (Lorenzo Sterne)
di
pagine 163

   





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