Ma e tu, candido lettore, credi ch'io non le feci questa interrogazione se non perch'io sono umilmente convinto che anche l'uomo è una bestia; credimi, e di questo te ne scongiuro, ch'io non avrei lasciato andare una burla intempestiva alla presenza venerabile della miseria; no, quand'anche m'impadronissi di quanta arguzia sgorgò mai dalla penna di Rabelais.
- Addio, Maria! Addio, povera mal'avventurata donzella; non oggi, un dí forse, udrò dalle tue labbra i tuoi guai; - e fui sino ad ora deluso. Intanto ella prese il suo flauto, e mi fe' con esso tal racconto di sciagura, ch'io mi rizzai, e a passi rotti ed incerti me ne tornai adagio adagio alla mia carrozza.
CONTINUA ILCAPO LXIII DELL'ITINERARIO DI YORICK
Il racconto di questa donzella impazzita mi avea pur commosso leggendolo; ma vedendomi in quelle vicinanze, mi tornò al pensiero sí fieramente, che con irresistibile forza mi trascinò mezza lega fuori di strada al villaggio de' suoi parenti a domandarne novella.
Questo è un andare (e il confesso) come il cavaliere della Trista Figura a caccia di dolorose avventure; ma, e non so come, io non mi sento sí pienamente conscio dell'esistenza d'una anima in me, se non quando mi trovo ravvolto nelle malinconie.
La vecchia madre venne sull'uscio, e il suo aspetto, innanzi che le sue labbra s'aprissero, mi narrò tutti i suoi guai. L'era morto anche il marito; - morto da un mese - diceva ella - d'angoscia per la misera infermità di Maria; e allora ho temuto che per questa sciagura la povera fanciulla perderebbe anche la poca ragione che le rimane: invece par che rientri in sé, ma non trova mai quiete: la mia povera figliuola (e cosí dicendo piangeva a lacrime amare) va ramingando, chi sa dove, lungo la strada.
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