Addio, misera sconsolata vergine! imbevi l'olio e il vino che la compassione d'uno straniero, mentr'egli passa pellegrinando, versa ora su le tue piaghe(130). Iddio solo, che ti ha per due volte esulcerata, può rimarginarle per sempre.
LXVI
IL "BOURBONNAIS"
Eppure la mia fantasia s'era già lusingata d'immagini allegre! e oh quanto l'anima mia s'aspettava di tumultuar nella gioia in quel viaggio, e in quei giorni della vendemmia, e per quelle piagge amenissime della Francia! Ma!... quivi appunto il dolore mi aprí la sua porta; e ogni gaia speranza m'abbandonò. In ciascheduna di quelle scene di giubilo m'appariva nel fondo la pensosa Maria sedente all'ombra del pioppo: ed io già toccava Lione, né avea per anche potuto coprirla d'un velo.
Cara sensibilità! tu se' l'inesauribile fonte degl'incanti della voluttà e degli spasimi dell'angoscia! tu incateni il tuo martire sovra un letto di paglia; e tu stessa lo sublimi teco oltre al cielo. Eterna fonte de' nostri affetti! Or sí ch'io ti cerco, or sí tutta la tua
Divinità dentro il mio petto esulta(131).
Ma non già quando la tristezza e l'infermità, quando
L'alma in sé si ristringe, e inorriditaL'annientamento suo guarda e s'arretra.
Vana pompa di frasi!(132) bensí quando un generoso piacere, e un affanno generoso mi viene di fuori, allora, allora emana tutto da te, o grande Sensorio dell'universo! da te che diffondi la tua vibrazione, quand'anche un unico crine ci caschi dal capo e la propaghi nelle piú remote solitudini del creato. Tòcco da te, Eugenio schiude un po' le cortine sotto le quali io giaccio languendo, ascolta la storia de' miei patimenti, e intanto i suoi nervi tremano dolorando; ma egli n'accusa l'intemperie della stagione.
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