— Temo di no.
— Ma sì, ma sì, Dio vi benedica! C’è chi dice esser questo un genere di commercio contrario ai sentimenti dell’uomo. Io non l’ho mai potuta capire. E vero però che io non adopero i mezzi di certi trafficanti... io non strappo, come fanno essi, i figli dalle braccia delle loro madri per porli subito in vendita, la qual cosa fa loro mandar grida forsennate. È questa una cattiva tattica, che riesce solo a danneggiare la merce e ridurla per qualche tempo nell’incapacità di servire. Conobbi alla Nuova Orléans una giovane che con questi modi fu uccisa. Un giorno le vollero togliere il suo bimbo, ed essa, furibonda, se lo strinse tra le braccia, urlò come una belva, e divenne terribile. Mi sento rabbrividire al solo pensarvi. Allorché le fu tolto il bimbo e non lo vide più, ella divenne pazza e morì al termine della settimana. Perdita di un migliaio di dollari per pura mancanza di tatto. È sempre meglio far le cose con umanità, così almeno mi ha insegnato l’esperienza. —
Il mercante si sdraiò sopra la seggiola, incrociò le braccia con una cert’aria umanitaria, considerandosi di certo un secondo Wilberforce.
Poi, come tirato dalla forza della verità, sorse in piedi e soggiunse:
— Io son contrario a sentire l’individuo che si loda da sé, ma dico questo perché è vero: io sono uno di coloro che condussero le più belle mandre di schiavi; non una volta, ma cento; sempre li resi grassi e sani, e non ho perduto meno dei miei colleghi. Ciò dipende dal mio modo di trattarli. Sì, signore, l’umanità è il gran fondamento della mia tattica.
| |
Dio Nuova Orléans Wilberforce
|