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      Il mercante fece un leggero inchino ed uscì.
      — Lo avrei gettato volentieri per le scale! — disse Shelby fra sé, quando vide chiusa la porta. — Che impudenza! Se qualcuno mi avesse detto che un giorno avrei venduto Tom a quei vili mercanti del Sud, avrei risposto:
      «— È forse un cane questo servo, perché io debba disfarmene in tal modo? —
      «Ed ecco che vendo non solo Tom, ma anche il figlio di Elisa! Sul conto di quest’ultimo avrò da contendere con mia moglie. Dio buono, che cosa vuol dire essere indebitati! Il mercante vede la mia condizione e ne approfitta. —
      Non dispiacerà forse al lettore di conoscere le cagioni che rendono la schiavitù molto più agevole nello Stato del Kentucky.
      La prevalenza dei lavori agricoli di natura più uniforme, che non richiedono quei periodi di fatiche affrettate che sono necessari nelle faccende dei distretti più meridionali, rende l’opera del negro più salubre e razionale; in ispecie quando il padrone, contento d’un guadagno discreto, non è stimolato alla crudeltà dal desiderio di lucrare prontamente senza badare alle forze dello sventurato.
      Chiunque, visitando una tenuta, vede la benevola indulgenza dei padroni e delle padrone, la leale affezione degli schiavi, si sente disposto a credere ad un’istituzione patriarcale. Sfortunatamente questa scena è coperta da un’ombra spaventosa: l ‘ombra della legge.
      Fino a che la legge considera creature che hanno un cuore che batte, un’anima che sente, come semplici cose appartenenti ad un individuo, fino a che un fallo, un caso fortuito un’imprudenza, o la morte d’un buon padrone potrà da un giorno all’altro cambiare una dolce protezione ed un’indulgenza benevola in una miseria priva di speranza, riuscirà impossibile l’ottenere alcunché di bello e di desiderabile nell’amministrazione meglio regolata della schiavitù.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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