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      È un’espressione da adoperarsi con molto riguardo.
      — Oh, Dio vi benedica, l’avevo dimenticato, signora! Non lo dirò mai più.
      — Ed ecco che l’hai detto di nuovo.
      — L’ho detto? Ma buon Dio, per verità io non ne avevo l’intenzione.
      — Via, via, un’altra volta starai più attento.
      — Sì, certo, padrona; lasciatemi riprender flato un momento e parto subito.
      — Va bene, Samuele; partirai col signor Haley per indicargli il cammino ed aiutarlo nelle sue ricerche. Abbi ogni cura dei cavalli; sai che la settimana passata Jerry zoppicava da un piede. Non la far correre troppo. —
      La signora Shelby disse queste ultime parole a bassa voce, ma in modo da far ben capire la sua intenzione.
      — Padrona, fidatevi del vostro negro, — disse Samuele movendo gli occhi con aria d’intelligenza. — Dio sa... Ahi! Non volevo dirlo! — esclamò ritenendo il suo respiro con un comico gesto di apprensione che fece ridere, a suo malgrado, la signora Shelby. — Sì, padrona, avrò tutta la cura possibile dei cavalli.
      Vedi tu, Andy: — disse Samuele tornando presso i cavalli sotto il faggio — non sarei punto maravigliato che la bestia di quel signore gli facesse qualche brutto scherzo. Sai bene, Andy, come sono questi animali? — continuò, toccandolo coi gomito in segno di tacita confidenza.
      — Ah! — esclamò Andy, come chi afferra improvvisamente un’idea.
      — Sì, appunto, ci hai còlto, Andy; la signora brama che si facciano le cose a bell’agio. Io l’ho capito subito. Bisogna aiutare il caso. Solo che noi lasciamo pascolare e galoppare un poco le nostre bestie sull’erba, io giurerei che passerà un bel tratto prima che il messere si ponga in cammino.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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