Ma su tutti gli altri sentimenti prevaleva in essa l’amore materno, reso più smanioso dall’imminenza del tremendo pericolo.
Il ragazzo era abbastanza grandicello per camminare dietro a sua madre, ed in qualunque altra occasione essa lo avrebbe condotto per mano, ma a quell’ora, il solo pensiero di deporlo a terra la faceva rabbrividire, e nella impetuosa fuga lo stringeva al seno con una forza convulsa.
Il gelo ond’era coperta la terra le scricchiolava sotto i piedi, e a questo rumore ella sussultava di spavento. Il tremar di una foglia, il vacillar di un’ombra le facevan rifluire il sangue verso il cuore, ed ella accelerava la corsa. Si stupiva della forza che le era cresciuta davvero a mille doppi, poiché il peso del suo bimbo le pareva quello di una piuma; l’aculeo della paura aumentava ogni momento la forza soprannaturale da cui essa era spinta. E intanto, le sue labbra scolorite si aprivano ad ogni tratto per invocare l’assistenza del supremo Protettore.
— Signore, aiuto! Signore, salvatemi Voi che potete! — diceva essa.
Il bimbo dormiva.
Da principio la novità ed il timore lo tennero desto; ma la madre sua ratteneva perfino il fiato, e gli diceva sì spesso che se stava quieto lo salverebbe, ch’egli le si avvinghiò strettamente al collo, né più parlò se non per domandarle, quando si sentiva cascar dal sonno:
— Mamma, è necessario ch’io mi tenga desto?
— No, gioia mia; dormi, se ne hai voglia.
— Ma se dormo, mamma, non mi lascerai portar via?
— No, se Dio m’aiuta! — disse la madre diventata più smorta in viso, e coi grandi suoi occhi neri splendenti di più viva luce.
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Protettore Dio
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