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      Profitta dunque a tuo piacere della concessione, figliuolo mio.
      — Grazie, padrone, — disse Tom.
      — E ricordati bene — soggiunse Haley — che non si deve fare al tuo padrone una delle vostre solite burle da negri; perché se non sei al tuo posto, io pretenderò il denaro fino all’ultimo quattrino. Se egli volesse darmi ascolto, non si fiderebbe né di te, né di alcun altro.
      — Padrone,— rispose Tom rivolgendosi al signor Shelby — io avevo precisamente otto anni allorché la mia defunta padrona vi pose nelle mie braccia, e voi non avevate ancora un anno.
      «— Tom, — diss’ella — ecco il tuo padroncino; abbine ogni più attenta cura. —
      «E adesso, dite, o padrone, non vi fui sempre fedele? Vi ho mai disobbedito in alcuna cosa, specialmente da che sono divenuto cristiano? —
      Shelby era tutto commosso, e gli occhi gli s’inumidirono di lacrime.
      — Mio buon figliuolo, — diss’egli — Dio sa che tu dici la verità, e se io avessi modo di aggiustar le cose altrimenti, il mondo intero non ti pagherebbe.
      — E quanto è vero che io sono cristiana, — disse la signora Shelby — tu sarai riscattato non appena io abbia potuto mettere insieme quanto bisogna. —
      Indi rivolta ad Haley disse:
      — Signore, prendete ben nota della persona che lo comprerà, e fatemela poi conoscere.
      — Volentieri; — disse il trafficante — del resto, io posso condurlo in buono stato fra un anno, e rivenderlo a voi stessa.
      — E io lo ricomprerò allora, e voi ci avrete il vostro bel vantaggio, — disse la signora Shelby.
      — Va benissimo; per me è tutt’uno: o ci sia da scendere o da risalire il fiume, che importa?


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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