Basta che gli affari vadano prosperamente. Io cerco di campar la vita come fa ogni altro, capite bene? —
I coniugi Shelby erano ambedue stanchi ed umiliati della familiarità impudente di Haley, e nondimeno entrambi vedevano l’assoluta necessità di contenersi.
Quanto più egli si mostrava duro e sordo, quanto più la signora Shelby temeva che gli potesse venir fatto di raggiungere Elisa e il suo fanciullo, e tanto più essa moltiplicava, per ritenerlo, i suoi donneschi artifizi. Sorrideva ogni tanto graziosamente, approvava i detti di lui, gli teneva discorso con modi familiari, e faceva di tutto perché non badasse allo scorrere del tempo.
Alle due, Samuele e Andy condussero i cavalli, ai quali la scappatella del mattino aveva dato maggior lestezza e vigore.
Samuele tutto infervorato dal pranzo, pieno di. zelo e di officiosità, era là pronto. Quando Haley si avvicinò, Samuele discorreva con fiorita eloquenza dell’infallibile buon successo della corsa che ora ben da senno stavano per fare.
— Il tuo padrone, suppongo, non ha cani? — disse Haley sbadatamente, mentre si disponeva a montare in sella.
— Cani? Anzi, ne ha molti! — disse Samuele baldanzosamente. — Guardate: questo, Bruno, è un eccellente abbaiatore!... E del resto, noialtri negri abbiamo quasi tutti un cane.
— Poh! — fece Haley, e soggiunse alcunché in proposito dei cani.
Samuele borbottò fra i denti:
— Non vedo perché si abbiano a maledire queste povere bestie!
— Ma il tuo padrone non tiene alcun cane per seguire i negri alla traccia?
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