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      Le mie donne non mi fanno mai siffatte scene, ve lo dico io.
      — Davvero? E in qual modo le pigliate, dunque? — disse Marks vivamente.
      — Come faccio, volete dire? Ebbene, io, allorché compro una giovane schiava, se ella ha qualche bimbo che sia da vendere, me le pongo dinanzi, e messole il pugno sotto il naso le dico:
      «— Guarda bene, se tu fai una parola più alta dell’altra, io ti rompo la testa... Non vo’ ascoltar niente, io, no, niente! —
      «Poi seguitò a dirle: «— Questo piccino è mio e non tuo, e tu non hai da spartir nulla con esso. Alla prima occasione lo venderò: e tu, femmina, non stare a far piagnistei, o ch’io ti farò desiderare di non esser mai nata. —
      «In questa maniera esse vedon subito alla prima che le mie non son minacce da burla, e tosto divengono mute come tanti pesci; se poi una di loro si da a guaire, allora... —
      Loker lasciò cadere il suo pugno chiuso, in modo da spiegare abbastanza quella sua, reticenza.
      — Ecco una cosa singolarmente espressiva! — osservò allora Marks, toccando Haley col gomito e reprimendo a fatica un certo suo riso beffardo. — Davvero, il nostro Tom è una specialità nel suo genere. In fede mia, gli è un uomo da farsi comprendere; e benché questi negri abbiano sempre la testa, dura, son certo che essi sanno quel che voi volete dire loro. Per fermo, se voi non siete il diavolo, Tom, gli siete fratello carnale, potete dirlo per vostra gloria! —
      Toni accolse il complimento con aria modesta, e diventò tanto affabile quanto lo comportava la sua natura di molosso.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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