— Samuele, ciò mi sembra alquanto dubbioso. L’attraversare il ghiaccio galleggiante non è cosa facile.
— Tutt’altro che facile. Chi potrebbe far ciò senza l’aiuto di Dio? Ora sentite come è andata la cosa. Il signor Haley, io e Andy siamo giunti all’osteria presso il fiume. Io andavo un po’ innanzi; tanto era il mio desiderio di cogliere Elisa, che non potevo star fermo; e quando siamo stati vicini alla finestra dell’osteria, ho visto lei medesima proprio di faccia; gli altri mi venivano dietro. Allora mi fo cadere il cappello, e mando uno strillo da risvegliare un morto. Elisa mi sente e si ritrae nel momento in cui il signor Haley giungeva alla porta dell’abitazione. Essa, ben potete immaginare, è fuggita come un baleno per un’altra porta, dalla parte del fiume. Il signor Haley l’ha vista e si è messo a gridare con quanto fiato aveva in gola, ed egli, io e Andy a correre dietro di essa. Era giunta alla riva, dinanzi a una corrente larga dieci piedi, sulla quale masse enormi di ghiaccio si urtavano e spezzavano tra loro, e crollavano tutte insieme, come avessero formato una grand’isola. Siamo giunti dietro di essa, e, lo giuro sull’anima mia, la credevo presa, quando ella, mandando un grido quale io mai ne udii, al pari di una freccia si è slanciata sopra il ghiaccio, e vi correva urlando, saltando; il ghiaccio scricchiolava fortemente, tentennava, si rompeva nel cozzo; ed ella andava a sbalzi come un daino. Signore Iddio! L’elasticità che quella giovane ha in sé è davvero straordinaria!
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