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      Me ne incresce molto; un povero negro, però, qual son io, è tentato spesse volte a operar male come io lo feci, quando la gente si comporta come il signor Haley; egli è tutt’altro che un gentleman: tutti coloro che siano stati allevati al pari di me non stenteranno a persuadersene.
      — Orbene, Samuele, — disse la signora Shelby — siccome pare che tu sia ben convinto della tua colpa, così puoi andare dalla zia Cioè perché ti dia un poco di quel prosciutto avanzato al pranzo d’oggi. Tu ed Andy dovete avere a quest’ora una buona dose di fame.
      — La padrona è veramente troppo buona per noi! — disse Samuele.
      E fatto lestamente un inchino, uscì di sala.
      Ognuno comprenderà, come già abbiamo fatto osservare, che mastro Samuele era dotato dalla natura di un vivace ingegno, il quale indubitatamente lo avrebbe condotto in su nella vita politica, e che possedeva in ispecie l’arte di saper volgere ogni cosa a sua propria lode e gloria.
      Avendo egli dunque ben rappresentato la parte del pio e dell’umile, a quanto gli pareva con soddisfazione intera della sala, si cacciò sulla testa la sua foglia di palma come un bravaccio, e s’avviò verso la dimora della zia Cioè con l’intenzione di ottenere i suffragi della cucina.
      «Terrò un discorso a questi negri:» disse Samuele tra sé «il momento è opportuno. Voglio farli rimanere di sasso!»
      Qui è bene osservare che uno dei più dolci diletti di Samuele era sempre stato di andar col suo padrone quando egli si recava a qualche assemblea politica, dove, appollaiato sopra qualche cancello o salito fra i rami d’un albero, ascoltava gli oratori con gusto indicibile; eppoi, discendendo in mezzo ai fratelli del suo proprio colore, radunati in quel luogo per la medesima occasione, li divertiva con la ripetizione più buffa e grottesca di quanto aveva poco prima visto e udito, conservando nel suo volto una solenne e imperturbabile serietà. E benché gli uditori che gli formavano cerchio fossero solitamente del suo stesso colore, avveniva non di rado che gli se ne affollassero intorno altri di tinta meno bruna, che ascoltavano, ridevano e ammiccavano, con gran soddisfazione di Samuele.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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