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      — Ebbene, — disse la zia Cloe — uno dei vostri principii dovrebb’essere di andare finalmente a coricarvi stanotte, e di non far vegliare la gente fino al mattino. Ora, ciascun di voialtri, giovanotti, vada via subito di qua!...
      — Negri, voi tutti, — disse Samuele, scrollando la sua, foglia di palma con aria dignitosa — io vi dò la mia benedizione; andatevene a letto, e siate buoni figliuoli! —
      E l’assemblea si sciolse.
     
     
     
     
     
     
     
     
      IX.
     
     
      DOVE VIENE DIMOSTRATOCHE UN SENATORE NON È POI ALLA FINE CHE UN UOMO.
     
     
     
     
      Il chiarore di un buon fuoco si spandeva sugli arredi e sul tappeto di un salotto magnifico, faceva scintillare gli orli dorati delle tazze e il lucido bricco del tè che erano sulla tavola, mentre il senatore Bird stava cavandosi gli stivali per porre i piedi nelle pantofole che sua moglie aveva ricamate durante la sessione del Senato.
      La signora Bird, tutta giuliva e gaia in volto, apparecchiava la tavola, e di quando in quando si fermava per dare ammonizioni ai suoi ragazzi un po’ troppo vivaci e strepitanti, intesi a farle intorno tutti quegli scambietti inesprimibili che, dal Diluvio in poi, formano lo stupore delle madri.
      — Tom, lascia in pace la maniglia di quell’uscio! Mariuccia, non tirar tanto la coda al gatto! Povero micino!... Gim, non montare su quel sofà!... No, no! Voi non potete immaginarvi, caro, che sorpresa è stata per noi tutti il vedervi giungere stasera! — diss’ella finalmente, quando trovò la possibilità di rivolgere una parola al marito.
      — Sì, sì; ho pensato di venir questa sera a casa per passarvi la notte e godermi un po’ di quiete.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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