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      Gli abolizionisti tanto fecero, che i nostri fratelli del Kentucky sono molto irritati, e che sembra cosa necessaria per il nostro Stato, ed anche cristiana e giusta, di fare alcunché per calmarne l’irritazione.
      — E che dice questa legge? Essa non c’impedirà, spero, di dare a quelle povere creature un ricovero per la notte, e di dar loro un po’ di cibo, qualche straccio per coprirsi, e di lasciarli andare in pace per la loro strada!
      — Eh, sì, mia cara! Ciò sarebbe un aiutarli e incoraggiarli, capisci? —
      La signora Bird era una donnetta alta quattro piedi, con gli occhi azzurri, timida, e di voce soave; in quanto al coraggio, era noto che una gallina l’avrebbe al primo grido messa in fuga, e che un cane da guardia, anche piccolo, l’avrebbe atterrita col solo mostrarle i denti. Per essa il marito e i figliuoli erano tutto a questo mondo, e nella sua famiglia essa regnava, anziché col comando, con la dolcezza e con la persuasione. Solo una cosa valeva ad eccitarla, e questa eccitazione s’impadroniva di lei dal lato sommamente buono e generoso della sua indole. Tutto ciò che somigliava un tal poco alla crudeltà la metteva in uno stato sì violento, che era tanto più sorprendente e inesplicabile data la mitezza del suo carattere.
      Benché fosse la madre più indulgente e pieghevole, i suoi figliuoli serbavano il terribile ricordo del castigo ch’essa aveva loro inflitto una volta che, in compagnia di certi monelli, presero a sassate un povero gatto.
      — Bisogna sapere — era solito dire il piccolo Bill — che quella volta me ne rimasero i segni sulla pelle.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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