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      — Vorrei veramente vedere che faceste una tal cosa, John; vorrei proprio vederlo! Mettere in mezzo alla strada una donna mentre vien giù, per esempio, la neve, oppure prenderla perché sia condotta in carcere! Vi piacerebbe forse? Con ciò fareste una gran bell’opera!
      — Sarebbe certamente un dovere molto triste da adempiere, — cominciò il signor Bird con accento di moderazione.
      — Un dovere, John! Non usate, per carità, questa parola! Sapete bene che non può essere un dovere. Se altri vuole impedire che i suoi schiavi fuggano, li tratti bene; questa è la mia massima. Se io avessi degli schiavi, e spero che mai ne avrò, sono certa che non sentirebbero alcuna voglia di fuggire né da me né da voi. Vi so dire che quando essi stanno bene non s’involano, e quando s’involano, povere creature, soffrono abbastanza il freddo, la fame, la paura, senza che tutti si voltino contro loro! Per me, qualunque sia la legge, non posso volere il loro male!
      — Oh, Maria, cara Maria, ragioniamo un poco!
      — Io detesto i ragionamenti, John, massime su questo proposito. Voialtri politici avete l’uso di rendere lambiccate le cose più rette e più semplici; eppoi non credete a voi stessi quando venite all’atto pratico. Io vi conosco abbastanza, John; voi non credete, al pari di me, che questa cosa sia giusta, e al pari di me non vorreste farla. —
      In quell’istante decisivo il vecchio negro Cugioe, soprintendente della casa, si affacciò all’uscio e disse:
      — La signora vorrebbe venire un po’ giù in cucina? — Il nostro senatore, discretamente sollevato, accompagnò con lo sguardo la sua piccola moglie con un singolar misto di piacere e dispetto, e adagiandosi nella poltrona si pose a leggere un giornale.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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