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      — Maria, non so che cosa tu ne pensi... ma quel cassettino pieno di robe di... di... del povero Enrichetto... — e così dicendo egli diede una voltata e si serrò l’uscio dietro.
      Sua moglie entrò in una piccola stanza da letto attigua alla sua, prese un candeliere, lo posò sul cassettone, indi trasse fuori una chiave da un piccolo ripostiglio; con aria pensosa la infilò nella toppa, e subito si fermò, senza avvedersi che i due ragazzetti la seguivano taciti e con tanto d’occhi per la curiosità.
      O madri che qui. leggete, non c’è nella vostra casa una cameruccia od un cassettino che vi abbia fatto provare nell’aprirli ciò che avreste provato riaprendo una tomba? O madri felici, se un tal caso non vi avvenne!
      La signora Bird aprì lentamente il cassettino.
      Vi erano piccole vesti di varie fogge e tagli, mucchi di grembiulini, di calzettucce, ed anche un paio di scarpette consumate alla punta ed ai talloni, che uscivano da un piccolo involto di carta.
      Eravi un cavalluccio di legno, una piccola carretta, una trottola, una palla, memorie raccolte con lacrime e spezzamento di cuore! Ella sedette dinanzi al cassettino, e, col capo nelle palme, lasciò scorrere il pianto.
      Poi, alzando d’un subito il capo, cominciò a scegliere con nervosa precipitazione gli oggetti più conservati ed utili ed a farne un fagottino.
      — Mamma, — disse uno di quei fanciulli, pian piano, toccandole il braccio — tu vuoi regalare queste cose?
      — Miei cari, — diss’ella con voce soave e dignitosa ad un tempo — se il nostro amato Enrichetto ci guarda di lassù, deve esser contento.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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