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      In verità son cose da trarmi quasi fuori dei gangheri! — E l’onesto John, così dicendo, si asciugava col rovescio della mano ossuta e ingiallita, una lacrima sopra la guancia. — Sappiate, o straniero, — egli continuò — che io stetti anni ed anni prima di unirmi ad una chiesa, appunto perché i ministri dei nostri paesi predicano che la Bibbia approva tutte queste cose. E siccome io non capivo sillaba del loro greco e del loro ebraico, lasciai da parte essi e la loro Bibbia. Ma un bel giorno incontrai un ministro il quale sapeva più di loro e del loro greco, ed egli m’insegnò tutto il contrario. Allora compresi il vero, e feci parte d’una chiesa. È un fatto. —
      E mentre parlava, John erasi affaticato a levare il turacciolo d’una bottiglia di spumeggiante sidro, di cui offerse un bicchiere al senatore.
      — Fareste pur bene a rimaner qui fino a giorno; — gli disse — non ho che da chiamar la vecchia, e in due minuti il letto è pronto.
      — Grazie, amico mio: — rispose il senatore — debbo proseguire la mia strada per prender posto nella corriera di Colombo.
      — Ah! Bene, se non potete fermarvi, farò un tratto di cammino con voi per mostrarvi una strada migliore e più breve di quella che avete tenuta nel venire. —
      John fu subito pronto e presa una lanterna in mano, fece da guida alla carrozza del senatore. Al momento di separarsi, il senatore pose un biglietto di dieci dollari nella mano di John, dicendo in fretta:
      — È per essa!
      — Va benissimo, — rispose John.
      E datisi una stretta di mano, si separarono.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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