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      Mettete dunque il vostro animo in pace.
      — Non posso credere che il mio padrone mi abbia ingannata a tal segno; ciò non è vero! — esclamò la povera giovane con crescente agitazione d’animo.
      — Domandatene a tutti coloro che sanno leggere lo scritto. Ehi, amico: — disse poi Haley ad un uomo che passava — fatemi il piacere di leggere qui! Questa giovane non vuol credere ciò che vi sta scritto.
      — Eh! — disse il viaggiatore interrogato. — Questo è un atto di vendita, firmato da John Fosdick, col quale egli vi cede ogni suo diritto sulla negra Lucy e suo figlio. È abbastanza chiaro, mi sembra. —
      Le esclamazioni angosciose della povera creatura attrassero la folla intorno a lei, e il mercante spiegò in brevi parole il motivo di quella scena.
      — M’aveva detto che mi mandava a Louisville per esser cuoca nell’osteria dove serve mio marito. Il padrone me lo ha detto con la sua bocca, e non posso credere che abbia mentito, — ripeteva quella infelice.
      — Ma egli vi ha venduta, povera giovane, non se ne può dubitare! — disse un uomo di benevolo aspetto che aveva esaminato le carte.
      — In tal caso, è inutile ch’io mi disperi, — disse la poveretta, che subito parve si rassegnasse, e stringendosi il bambino tra le braccia si pose a sedere sulla cassa volgendo a tutti le spalle e guardando il fiume con una cert’aria di noncuranza.
      — Son contento perché panni ch’ella si rassegni facilmente e sia ragionevole, — disse il mercante.
      Il battello continuava la sua rotta, e la povera giovane sembrava tranquilla.
      Pari ad uno spirito misericordioso, un venticello tiepido e profumato le passò sulla fronte, dolce aura del cielo che non domanda di qual colore è la fronte che essa viene a carezzare.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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