La poveretta guardava i raggi del sole scintillare tremolando sull’acqua con riflessi dorati; udiva voci gioiose intorno a sé, le voci dei felici del mondo; ma le pareva che un peso enorme le fosse piombato sul cuore. Il fanciulletto si sollevò sui piedini per giungere fino al volto materno: e saltellava e bisbigliava come se avesse voluto distrarla. A un tratto ella lo serrò tra le braccia, e stringendoselo fortemente al cuore, le cocenti sue lacrime caddero lentamente su quella piccola faccia maravigliata e sorridente.
Il fanciullino era d’una bellezza e d’una forza non comuni, e sua madre si adoperava di continuo a frenarlo e prevenire i pericoli della sua grandissima vivacità.
— Ecco un bel fusto d’omettino, — disse uno dei passeggeri fermandosi dinanzi a lui, con le mani nelle tasche. — Che tempo ha?
— Dieci mesi e mezzo, — rispose la madre.
Il passeggero fischiò al bimbo e gli offerse un bastoncello di zucchero che il poverino aggrappò avidamente e si cacciò in bocca.
— Diavoletto d’un fanciullo, — disse quegli — e che sa bene il fatto suo! —
Detto ciò, volse altrove il passo fischiando. Giunto che fu all’altra estremità del piroscafo, si fermò innanzi ad Haley che stava fumando in piedi sopra un mucchio di casse.
Il passeggero accese un sigaro, dicendo ad Haley:
— Voi avete là una giovane, buona mercanzia davvero.
— Infatti, essa è discretamente bella, — rispose Haley lanciando una boccata di fumo.
— È per il Sud? —
Haley fe’ cenno di sì con la testa, continuando a fumare.
— In una piantagione, forse?
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Haley Haley Haley Sud
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