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Haley scosse la testa dicendo:
— Non mi conviene. — E continuò a fumare.
— Quanto ne domandate?
— Capite bene, — rispose Haley — che io medesimo potrei allevare il piccino, oppure farlo allevare, e siccome esso è di una salute e d’una bellezza non ordinarie, di qui a sei mesi ne caverei sicuramente cento dollari, e tra uno o due anni duecento: perciò ne chiedo ora cinquanta dollari; neppure un soldo di meno.
— È un prezzo un po’ esagerato! — replicò il passeggero.
— Né più né meno, ve lo ripeto, — soggiunse Haley decisivamente.
— Ed io ve ne darò trenta: — riprese l’altro — neppure un soldo di più.
— Sentite, — disse Haley — aggiustiamo la differenza così: datemene quarantacinque; non posso fare nessun altro ribasso.
— Bene, accetto! — disse l’altro, dopo un momento di riflessione.
— Qua la mano, — replicò Haley. — Dove vi recate?
— A Louisville.
— A Louisville? Ottimamente; vi giungeremo sul far della sera; il bambino sarà addormentato; tutto andrà bene. Portatelo via cheto cheto, senza strilli né strepito. A me piace che le cose succedano tranquillamente; detesto i tumulti e i disordini di ogni genere. —
Dopo aver detto queste parole solenni e intascato certi biglietti di banca che uscivano dalla tasca del compratore, Haley si rimise a fumare.
La sera era placida e chiara. La Belle Rivière ancorò nel porto di Louisville.
La giovane negra si era alzata da sedere e teneva tra le braccia il suo bimbo, che dormiva profondamente.
Quando essa udì il nome del luogo dello sbarco, posò in fretta il bambino in una specie di culla formata da un piccolo spazio vuoto tra le balle di mercanzia, non senza ch’ella vi avesse prima, con amore di madre, steso sopra il proprio mantello; poi si slanciò verso lo scalo, sperando di vedervi suo marito fra i camerieri di locanda dei quali era pieno il porto.
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