— John potrebbe venire a pranzo qui, se tu hai bisogno di rimaner colà tutto il giorno.
— Grazie, Rachele, grazie: si vedrà domani: ma ecco Simeone. —
Simeone Halliday, di statura alta, dritto, vigoroso, aveva abito e calzoni grigi, e portava un cappello a tese larghissime.
— Come stai, Ruth? — diss’egli stringendole con la sua larga mano le dita grassottelle. — E come va la salute di John?
— John sta benissimo, come pure tutti di casa, — disse Ruth, giulivamente.
— Che notizie abbiamo, padre? — domandò Rachele, intenta a mettere nel forno i biscotti.
— Pietro Stebbins mi ha detto che verrebbe qua stasera con alcuni suoi amici, — rispose Simeone, in modo significativo, da un gabinetto dov’era entrato per lavarsi le mani.
— Davvero! — esclamò Rachele con aria pensosa, e gettando uno sguardo sopra Elisa.
— Dicesti pure che il tuo cognome è Harris? — disse Simeone ad Elisa rientrando nella camera.
Rachele fece un cenno con la coda dell’occhio al marito, mentre con voce tremolante Elisa rispondeva di sì, poiché essa, nella sua inquietudine, temeva il caso possibile che si fossero pubblicati gli avvisi della sua fuga.
— Madre! — disse Simeone, uscendo dalla cucina e chiamando fuori Rachele.
— Che c’è, che vuoi, padre? — rispose ella, seguendolo.
— Il marito di quella figliuola — soggiunse Simeone — è nella colonia, e sarà qui stasera.
— Davvero? — fece Rachele col viso raggiante di contentezza.
— Sì. Pietro andò ieri con la vettura fino all’altra stazione, e trovò appunto colà una vecchia e due uomini, uno dei quali disse che si chiamava Giorgio Harris.
| |
Rachele Simeone Halliday Ruth John Ruth Rachele Stebbins Simeone Rachele Elisa Harris Simeone Elisa Elisa Simeone Rachele Simeone Rachele Giorgio Harris
|