— Guarda, Tom, ecco il tuo nuovo padrone. Che te ne pare? —
Tom sollevò il capo. Non era possibile vedere quel volto pieno di gioventù e di brio, e non sentirsene vinti nell’anima.
Gli occhi di Tom s’inumidirono, e col più vivo del cuore egli esclamò:
— Dio vi benedica, padrone!
— Lo spero almeno, e più per merito delle tue preghiere che non delle mie. Orsù, dimmi un poco: sai guidare i cavalli, Tom?
— Sì, padrone. Il signor Shelby ne aveva molti.
— Benissimo! Io ti farò cocchiere, a condizione che tu non ti ubriachi più d’una volta la settimana, eccetto i casi straordinari. —
Tom parve non meno sorpreso che mortificato di questo detto offensivo.
— Non mi ubriaco mai, signore.
— La stessa canzone l’ho sentita ripetere altre volte. Vedremo al fatto. Sarebbe ottima cosa per tutti i riguardi, se fosse la verità. Sta’ di buon animo, figliuolo mio, — soggiunse egli affettuosamente nel vedere che Tom aveva preso un’aria triste. — Io non dubito delle tue eccellenti intenzioni.
— Potete esserne certo, padrone! — rispose Tom.
— E voi sarete contento, — soggiunse Evangelina. — Il babbo è molto buono e tratta bene tutti, ma gli piace di celiare.
— Il babbo ti è molto obbligato di questa raccomandazione, — disse Saint-Clare ridendo, e si allontanò.
XV.
DEL NUOVO PADRONE DI TOME DI VARIE ALTRE COSE.
Ora che la sorte del nostro umile eroe si commischia a quella di più alte persone, è pur necessario dare alcuni cenni di queste.
Agostino Saint-Clare era figlio di un ricco piantatore della Luisiana, la cui famiglia era originaria del Canada.
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