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      Di due fratelli simili in tutto d’indole e di temperamento, uno si stabilì in una fiorente e bella fattoria del Vermont, e l’altro diventò un dovizioso piantatore della Luisiana.
      La madre di Agostino era una signora francese e ugonotta, la cui famiglia emigrò nella Luisiana al tempo in cui vi era da poco stabilita la prima colonia. Avendo ereditato dalla propria madre un’eccessiva delicatezza di complessione, Agostino fu mandato, per consiglio dei medici, a passare alcuni anni della sua infanzia presso uno zio nello Stato del Vermont, dove il clima, freddo e più sano avrebbe conferito a renderlo più robusto.
      Nella prima giovinezza si notava in Agostino Saint-Clare una sensibilità grandissima, più propria alla mite indole d’una donna, che al vigore del suo sesso; ma col tempo una più virile fierezza velò così bene quella squisita affettuosità, che pochi si accorgevano quanto fosse ancor desta e viva nel fondo.
      Dotato di singolare ingegno, Agostino propendeva tuttavia verso l’ideale e l’estetico, e naturalmente aborriva gli affari e le faccende domestiche. Non appena compiuto il corso dei suoi studi in collegio, il suo schietto cuore si accese di amore vivissimo per una giovinetta d’uno degli Stati del Nord, la quale alla rara bellezza del corpo accoppiava le più pregevoli qualità dell’intelletto.
      La sua ora venne, l’ora che viene una sola volta e nella quale sorge al nostro orizzonte la stella che troppo spesso non riluce se non di una vana speranza, ma che resta eternamente impressa nel nostro cuore.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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