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      — Che! Fra gli eterni strillatori, come sono i metodisti? E un orrore! — esclamò Maria.
      — Qualunque cosa io preferirei, al mare morto della rispettabile vostra chiesa. È un pretender troppo veramente il chiedere a un uomo che ci vada. E tu, Eva, ti senti voglia di andarvi? Resta a casa, se vuoi, e giocherai con me.
      — Grazie, babbo! Io preferisco andare in chiesa.
      — Non ti ci annoi? — disse Saint-Clare.
      — Qualche volta, — rispose Evangelina — e allora mi sento cascare dal sonno; ma procuro di tenermi desta.
      — Perché dunque ci vai?
      — Perché, capisci, babbo, — gli rispose ella a bassa voce — la cugina mi ha detto che il Signore lo ha molto caro. Egli ci dà tutto quello che possediamo, e il far ciò, se Egli lo desidera, non ci deve costare alcuno sforzo. Non è cosa che annoi tanto, alla fine.
      — Tu sei un caro cuoricino! — disse Saint-Clare, abbracciandola. — Va’ pure, vai, buona bambina, e prega Dio per me.
      — Oh, certo, non mi dimentico mai di farlo! — disse la fanciulla, e saltò prestamente in carrozza con sua madre.
      Mentre le tre donne si allontanavano, Saint-Clare restava fermo sulla gradinata, mandando con la mano baci alla sua figlioletta, e gli cadevano grosse lacrime dagli occhi.
      — Oh, Evangelina! — diss’egli. — Ti sta pur bene un tal nome! Iddio mi diede veramente in te un vangelo! —
      Rimase in questo pensiero alcuni istanti, poi fumò un sigaro, lesse un giornale del mattino, e dimenticò il suo piccolo Evangelo.
      — Senti, Eva: — le disse sua madre durante il cammino — è cosa ragionevole il mostrarci buoni coi servi, ma non è conveniente che li trattiamo come amici o persone del grado nostro.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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