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      — Ebbene, Tom, non andrò più a quelle orgie maledette; ti do la mia parola d’onore che non v’andrò più. In verità non so perché non me ne astenga già da gran tempo, pur avendole disprezzate sempre, ed ho rabbia con me medesimo di non saperne fare a meno. Orsù, Tom, alzati, asciuga i tuoi occhi e va’ per le tue faccende. Andiamo, andiamo, — soggiunse — e non stare a benedirmi; io non sono abbastanza buono da meritarmi le tue benedizioni; ma ti prometto davvero che non mi vedrai più in quel modo, capisci? —
      Così dicendo, lo spinse dolcemente verso l’uscio, e Tom uscì con l’animo contento e rasciugandosi gli occhi.
      — Manterrò la parola, — disse Saint-Clare, richiudendo l’uscio.
      E Saint-Clare mantenne, giacché il sensualismo non era in lui un difetto predominante.
      Ora, in tutto questo frattempo, chi potrà narrare minutamente le molte tribolazioni della nostra amica miss Ofelia in quel suo primo attendere alle gravi fatiche d’una direttrice di casa del Sud?
      Gli schiavi degli stabilimenti meridionali differiscono grandemente fra loro, secondo l’indole e la capacità delle padrone di casa da cui furono educati.
      Tanto nel Sud quanto nel Nord vi sono alcune donne dotate d’attitudine straordinaria al comando, le quali sanno educare i loro schiavi senza ricorrere a mezzi severi, sanno sottomettere ai loro voleri e stringere in ordine armonioso i vari membri del loro piccolo stato, sanno trarre partito dalle diverse attitudini, e bilanciare e compensare sì bene il difetto degli uni con l’eccesso degli altri, che ne risulta un insieme ben regolato e armonico.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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