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      In siffatte condizioni sociali, che può fare un uomo di sentimenti umani e onorevoli, se non chiudere gli occhi ed indurire il proprio cuore? Io non posso comprare tutti i poveri infelici che incontro. Non posso farmi cavaliere errante e intraprendere la riparazione di tutti i torti, di tutte le ingiustizie che si commettono in una gran città come questa. Tutto ciò che io posso fare, è di tenermi in disparte. —
      Il volto di Saint-Clare fu per un istante rannuvolato, quasi provasse internamente un certo affanno; ma presto ripigliando il suo sorriso gioviale, disse:
      — Suvvia, cugina, non mi state lì con una cera da Nemesi; voi non sollevaste ancora che un lembo del velo, non vedeste che un saggio della scena del mondo. Se noi volessimo esaminare, e scrutare tutto quanto vi è di lugubre nella vita, avremmo a schifo ogni cosa. Sarebbe come esaminare la cucina della nostra Dina. —
      E adagiatesi meglio sul sofà, Saint-Clare prese di nuovo a scorrere il giornale.
      Miss Ofelia si pose a sedere, prese il suo lavoro a maglia e diè ai ferri un moto quasi convulso. Lavorava, lavorava, ma intanto cresceva la sua indignazione, quando finalmente proruppe:
      — Bisogna che ve lo dica, Agostino: io non posso darmi pace di queste cose, come fate voi. Io sostengo che è una vera abominazione il difendere un tal sistema.
      — Che? — disse Saint-Clare, alzando gli occhi. — Siamo da capo?
      — Ve lo ripeto: è veramente abominevole il difendere, come fate voi, un tal sistema, — disse con crescente calore miss Ofelia.
      — Ma chi vi dice che io lo difenda?


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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