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      Fatto è che, caduto, dirò così, in mezzo ad una popolazione democratica, ha abbracciato teorie democratiche; ma nel suo cuore è un aristocratico, né più né meno di quello che lo fosse mio padre, il quale teneva sotto di sé cinque o seicento negri. —
      Miss Ofelia avrebbe voluto ribattere acremente; ma Saint-Clare la prevenne.
      — So — diss’egli — ciò che volete dirmi. Io non pretendo che essi fossero del tutto uguali. Uno di essi si trovò in condizione dove ogni cosa contrariava fortemente le sue naturali inclinazioni; l’altro, invece, dove tutto le favoriva. Per conseguenza il primo diventò un vecchio despota, altero e caparbio. Se ambedue avessero avuto piantagioni nella Luisiana, sarebbero stati non meno uguali che due palle fuse nella stessa forma.
      — Quanto poco rispetto avete per i vostri parenti I — disse miss Ofelia.
      — Contro la mia intenzione, davvero, benché, come sapete, il rispetto non sia il mio forte. Ma riprendiamo il racconto. Quando mio padre morì, lasciò a mio fratello e a me quanto egli possedeva perché lo ripartissimo d’amore e d’accordo. Non c’è in tutta la terra un’anima più nobile, un cuore più generoso di Alfredo nelle sue relazioni co’ suoi uguali; e noi procedemmo perfettamente unanimi nella divisione dei beni paterni. Ci accordammo di coltivare insieme la stessa piantagione; e Alfredo, che aveva attitudine ed energia il doppio di me, divenne un piantatore entusiasta e riuscì a maraviglia nella sua impresa. Ma due anni di prova mi convinsero che io non ero uomo da poterlo coadiuvare.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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