Pagina (337/624)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Se Evangelina non avesse nella sua natura qualche cosa d’angelico, sarebbe già perduta a quest’ora. Lasciare i negri nell’ignoranza e nel vizio, e pretender che i nostri figli ne andassero esenti, sarebbe lo stesso che mettere i nostri figli a contatto col vaiuolo, e persuaderci che quella malattia non è contagiosa. Eppure le nostre leggi proibiscono assolutamente che venga organizzato per gli schiavi un sistema d’educazione generale; ed è bene; perché una sola generazione di costoro cresciuta a civiltà, basterebbe per far crollare il faticoso edificio del loro servaggio, e si emanciperebbero da sé, se noi tardassimo a farli liberi.
      — E come credete che andrà a finire tutto ciò? — chiese miss Ofelia.
      —Non so dirvelo davvero: ma una cosa per lo meno mi sembra certa: cioè, che su tutta quanta la terra le masse s’agitano e si commuovono, e che presto o tardi un dies irae verrà. La stessa agitazione si manifesta in Europa, come in America. Mia madre soleva dirmi che ci avviciniamo a un’epoca in cui deve giungere il regno di Cristo, e in cui tutti gli uomini saranno liberi e felici.
      Essa m’insegnò, quando io ero piccino, a dire nella mia preghiera: venga il regno tuo! E questo regno si avvicina senza dubbio; ma chi può dirne l’ora della venuta?
      — Agostino, io penso talvolta che voi non siete discosto gran fatto dal regno di Dio. — disse miss Ofelia posando il suo lavoro e guardando con ansietà affettuosa suo cugino.
      — Vi ringrazio della vostra buona opinione, ma io son capace di voli e di cadute.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





Evangelina Ofelia Europa America Cristo Dio Ofelia