Se qualcuno volesse formularle, basterebbero queste poche parole: «Insegnare ai fanciulli ad ascoltare quando loro si parla, istruirli nel catechismo, nel cucire, nel leggere, e tirar loro le orecchie quando dicono le bugie».
Benché questo metodo sia stato naturalmente eclissato dai torrenti di luce versati sulla nostra educazione, è nondimeno un fatto certo che le avole nostre educarono sotto quest’ammaestramento, ora fuori di moda, uomini e donne di non comune bontà, come non pochi fra noi possono ricordarsi e farne fede. Comunque, miss Ofelia non conosceva altro di meglio, e intraprese l’educazione della sua pagana con tutta la diligenza possibile.
Quella fanciulletta fu considerata nella famiglia come la figliuola adottiva di miss Ofelia; e perché essa era vista di mal occhio nella cucina, miss Ofelia risolse di circoscrivere alla propria sua camera la sfera delle sue operazioni, e massimamente della sua istruzione.
Con un’abnegazione ammirabile ella risolvette, invece di fare da sé il proprio letto, spazzar la sua camera, mettervi tutto in ordine, cosa che fino allora aveva fatta nonostante le profferte di servigi della cameriera, a condannare se stessa al supplizio d’insegnare a Topsy quelle diverse faccende.
Cominciò dunque fin dal primo giorno a condurre Topsy nella sua camera, ed aprì solennemente un corso d’istruzione sul modo di rifare il letto.
Ecco dunque Topsy lavata e rapata di tutte le ispide sue treccine di cui prima si deliziava, con indosso un vestito pulito e un ben inamidato grembiule.
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Ofelia Ofelia Ofelia Topsy Topsy Topsy
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