Ella se ne stava dinanzi a miss Ofelia rispettosamente, e con un’espressione di gravità che sarebbe stata adattata per un funerale.
— Ascolta, Topsy: ora t’insegnerò come il mio letto debba esser rifatto. Io sono difficilissima a contentare in quanto riguarda il mio letto, e perciò bisogna che tu badi a me con la più grande attenzione.
— Sissignora, — rispose Topsy con un profondo sospiro e con aria di penosa attenzione.
— Attenta bene! Questo è l’orlo del lenzuolo; questo è il diritto e questo il rovescio. Te lo ricorderai?
— Sissignora, — replicò Topsy, mandando un altro sospiro.
— Va bene; ora bisogna stendere il lenzuolo di sotto e avvolgervi il capezzale... così! Poi rimboccarlo sotto alla materassa garbatamente e senza pieghe... così, vedi?
— Sissignora, — ripeté Topsy con la più profonda attenzione.
— Il lenzuolo di sotto dev’essere tirato in questo modo, e ripiegato da piedi sotto la materassa ben fermo e liscio, appunto così, mettendo sempre da piedi l’orlo più basso.
— Sissignora, — diceva Topsy, sempre con lo stesso accento.
Ma noi aggiungeremo ciò che miss Ofelia non vide.
Mentre ella, nel più vivo della sua dimostrazione, volgeva la schiena a Topsy, costei aveva sottratto un paio di guanti e un nastro, e se li era cacciati destramente nelle maniche, standosene poi con le mani incrociate modestamente come prima.
— Ora, Topsy, lascia ch’io veda se sai fare, — disse miss Ofelia, sedendosi dopo aver tolto via le lenzuola e le coperte.
Topsy, con tutta la gravità e la destrezza, mise in opera l’insegnamento, con piena soddisfazione di miss Ofelia, distendendo le lenzuola con precisione, togliendo via le pieghe e mostrando una serietà e una diligenza che stupirono molto la sua istitutrice.
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