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      Risolse di pigliar tempo e meditarci sopra. Intanto, sicura che le camere buie favoriscono lo sviluppo delle virtù morali, ella vi chiuse a chiave la sua alunna fino a nuovo avviso.
      — Non vedo — disse un giorno a Saint-Clare — che sia possibile di ammaestrare questa piccola negra senza far uso del frustino.
      — Ebbene, come vi aggrada: vi dò pieni poteri.
      — Bisogna battere i fanciulli, — disse Ofelia. — Se no, non si educano.
      — Ma sì, certamente, — rispose Saint-Clare — fate quello che vi parrà meglio; soltanto vi farò osservare che vidi questa fanciulla percossa a colpi di attizzatoio, gettata per terra a colpi di paletta e di molle, o di qualunque altro arnese venisse alla mano. Perciò, quando penso ch’ella è avvezza a cotesto genere di lezioni, mi pare che le vostre frustate dovranno essere piuttosto energiche, per produrre una certa impressione.
      — Come devo fare, dunque? — domandò miss Ofelia.
      — Il problema è difficile, — rispose Saint-Clare. — Che cosa si deve fare con una creatura umana che non si può governare se non con una frusta?
      — Non lo so davvero! Non ho mai veduto una fanciulla simile.
      — Eppure fanciulli simili sono molto comuni da noi, e anche uomini e donne che loro somigliano. Come verrete a buon fine in questa impresa?
      — Vi assicuro che non lo so! — rispose Ofelia.
      — Nemmen io! — riprese Saint-Clare. — Le orrende crudeltà, i fatti sciagurati che spesso i giornali riportano, casi simili a quello della vecchia Prue, per esempio, da che derivano? Sono per lo più gli effetti del peggioramento graduale d’ambe le parti: il padrone incrudelisce sempre più, lo schiavo diventa ognora più indocile.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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