I suoi moti erano così rapidi da non credersi, ed essa poteva con grandissima facilità cambiare a un tratto l’espressione della propria fisonomia.
A miss Ofelia riusciva cosa impossibile comprendere come, in così breve spazio di tempo, accadessero tanti incidenti diversi, e quantunque tenesse continuamente d’occhio Topsy, non la coglieva mai sul fatto nelle innumerevoli sue gherminelle.
Topsy presto si rese notevole in famiglia. La sua abilità per ogni specie di burle, smorfie, pantomime, come pure per danzare, far capriole, arrampicarsi, cantare, fischiare e imitare tutti gl’immaginabili suoni, pareva inesauribile. Nelle ore di ricreazione ella aveva sempre intorno a sé i fanciulli di casa, che stavano a bocca aperta dallo stupore, compresa Evangelina, la quale sembrava ammaliata dalle diavolerie di Topsy, come è talvolta una tortorella dallo sguardo affascinatore del serpente.
Miss Ofelia stava in apprensione vedendo quanto Evangelina si compiacesse della compagnia di Topsy, e pregò Saint-Clare che glielo proibisse.
— Eh, via! — disse questi. — Non abbiate alcun, timore per Eva; Topsy le farà anzi del bene.
— Ma una ragazza così depravata! Non avete timore che le insegni ad esser cattiva?
— No, no! Topsy potrebbe corrompere altre fanciulle; ma il male passa sopra Eva come l’acqua sulle piume d’un cigno.
— Non vi fidate tanto. Per me, — disse miss Ofelia — non permetterei mai ad un fanciullo mio di trattenersi a giocare con Topsy.
— Io invece lo permetto a Eva, — rispose Saint-Clare.
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