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      — Se ella potesse essere corrotta, lo sarebbe già da gran tempo. —
      Topsy fu sulle prime oggetto di spregio per i servi di casa; ma presto essi dovettero cambiare opinione, perché si accorsero che chiunque aveva da ridire sul conto della piccola negra, aveva a breve scadenza, ragione di pentirsene: ora gli mancava un gioiello preferito, ora una veste di gala si trovava lacera o macchiata,. Qualche volta il colpevole, incalzato da una giustizia invisibile, urtava, per caso in una secchia d’acqua bollente, oppure, all’uscir tutto lindo di casa, riceveva sulla testa un rovescio d’acqua sudicia, senza che si sapesse donde veniva la graziosa aspersione: cerca cerca, era sempre impossibile scoprirne l’autore. Topsy era citata a comparire, e più d’una volta ebbe a passare per tutti i gradi della giurisdizione domestica: ma rispondeva con la più gran serietà ai suoi giudici e dava le prove più convincenti della propria innocenza. Tutti sapevano benissimo ch’ella aveva commesso il misfatto di cui era accusata, ma nessuno poteva dare la menoma prova diretta che convalidasse i sospetti gravanti su lei; e d’altra parte miss Ofelia era troppo giusta per infliggere, senza le prove della colpa, una punizione qualunque. Le sue gherminelle erano inoltre effettuate in ore scelte con mirabile sagacia per sfuggire alla punizione. Per esempio, i momenti di vendetta contro le due cameriere Rosa e Giovanna, capitavano sempre nei giorni, molto frequenti, in cui la loro padrona era sdegnata contro di esse; cioè quando era cosa certissima che tutte le loro lagnanze non sarebbero ascoltate.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





Ofelia Rosa Giovanna