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      Ma nessuno di voi ha commesso più colpe di me, tanto io sono malvagia! Niuno può esser cattivo quanto son cattiva io. Io facevo bestemmiare la mia vecchia padrona dalla mattina alla sera. Oh, certo io sono la più trista creatura che sia al mondo! —
      E detto ciò, Topsy faceva una capriola, o si arrampicava a guisa di una scimmia su per un’alta inferriata, con volto ilare e contento.
      Miss Ofelia si adoperava coscienziosamente ogni domenica a insegnare il catechismo alla piccola negra, la quale aveva una memoria felicissima e imparava le sue lezioni con una facilità che incoraggiava la maestra.
      — Che bene credete di farle con ciò? — domandò Saint-Clare.
      — Il catechismo migliorò sempre i fanciulli, — rispose miss Ofelia.
      — Essi lo comprendono?
      — Subito, no; ma dopo se ne ricordano.
      — Io vi giuro che non me ne ricordo, benché da piccino voi me lo abbiate insegnato con tutta la vostra pazienza.
      — Lo imparavate con facilità, Agostino. Ed io speravo molto da voi!
      — Ora sperate più nulla? — domandò Saint-Clare.
      — Desidero che siate buono come quando eravate fanciullo!
      — Credo di non aver cambiato. Ebbene, proseguite a catechizzare Topsy; può darsi che possiate riuscirvi. —
      Durante questa discussione, Topsy era stata immobile come una statua, con le mani incrociate sul petto.
      A un cenno di miss Ofelia, essa continuò:
      — «I nostri primi padri, abbandonati al loro libero arbitrio, caddero dallo stato in cui erano stati creati.» —
      Topsy alzò su miss Ofelia uno sguardo che pareva chiedesse spiegazioni.
      — Che c’è, Topsy?


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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