Pagina (383/624)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma che c’è, cugina? Avete un’aria molto triste.
      — Come avete potuto essere così cattivo e crudele con quel povero Dodo? — disse Evangelina.
      — Crudele? Cattivo? — riprese il giovane, affettando maraviglia. — Che cosa intendete di dire, cara Eva?
      — Quando vi comportate in tal modo, gradirei che non mi chiamaste «cara Eva».
      — Mia cara cugina, voi non conoscete Dodo; è quello il solo mezzo di governarlo; egli è pieno di menzogne e di scuse. Per tenerlo a freno, bisogna chiudergli subito la bocca. Anche il babbo fa lo stesso.
      — Ma lo zio Tom vi ha detto che fu un caso, e lo zio Tom dice sempre la verità.
      — E dunque un negro che non ha molti simili, questo vostro zio Tom? Dodo non apre bocca che per mentire.
      — Lo costringete a mentire per paura, trattandolo in tal modo.
      — In verità, Eva, siete mossa da sì bella affezione per Dodo, ch’io sto per diventarne geloso.
      — Voi l’avete percosso senza ragione.
      — Bene, vada per una delle volte che egli meritò le frustate senza riceverle. Dodo è un monello, ve lo assicuro io; ma non lo batterò più in vostra presenza, poiché una tal vista vi affligge. —
      Evangelina non era sodisfatta; ma invano tentò di far comprendere i suoi sentimenti ad Enrico.
      Dodo comparve ben presto riconducendo i cavalli.
      — Questa volta hai fatto le cose un po’ meglio; — gli disse il suo giovane padrone, con aspetto più grazioso — vieni: reggi il cavallo di miss Eva, mentre io l’aiuto a mettersi in sella. —
      Enrico, che si pregiava molto di nobile destrezza in ogni sorta di servigi galanti, adagiò in sella la graziosa cugina, e raccolte le redini gliele consegnò.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





Dodo Evangelina Eva Eva Dodo Tom Tom Tom Eva Dodo Enrico Eva