— E in questo modo voi insegnate ad Enrico il primo paragrafo di un catechismo repubblicano?
«Tutti gli uomini nascono liberi ed eguali.»
— Poh! — fece Alfredo. — Questa è una delle frasi sentimentali che Tom Jefferson prese in prestito dai saltimbanchi francesi! È cosa ridicola che tali stramberie siano tuttora in voga fra noi.
— Pare anche a me! — disse Agostino con accento significativo.
— Poiché, — proseguì quegli — noi vediamo abbastanza chiaro che gli uomini non sono nati tutti liberi ed eguali; tutt’altro! Per me, penso che una buona dose di questi principii repubblicani siano pretto ciarlatanismo. Le genti cólte, ben educate, ricche, sono quelle che debbono godere eguali diritti; ma non la canaglia!
— Sì, se vi riesce di fare in modo che la canaglia sia di questa opinione; ma avvenne già che godesse la sua cuccagna in Francia.
— Certo, bisogna che sia tenuta abbasso con vigore e fermezza, come saprei far io, — disse Alfredo percotendo la terra col piede come se camminasse sul capo di qualcuno.
— Ma alla fine prorompe in uno scoppio terribile, Agostino — come fu a San Domingo, per esempio.
— Non saremo tanto gonzi nel nostro paese. Bisogna che ci opponiamo a questa mania dell’educazione e dell’istruzione che si cerca di far prevalere. Le classi inferiori non debbono essere educate.
— Non è più questo il tempo! — rispose Agostino. — Saranno educati. Il come, non importa. Avete per sistema di allevarli con la brutalità, con la barbarie, distruggete in essi tutto quel che avevano di umano, e li riducete simili a bestie feroci; ebbene, se una volta essi avranno il sopravvento, dovremo combatterli come bestie feroci.
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