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      La razza anglo-sassone è fatta per dominare il mondo, e lo dominerà.
      — Nelle vene dei nostri schiavi vi è una discreta dose di sangue anglo-sassone. Molti di essi non serbano della razza africana se non quanto importa per dare alla nostra indole previdente e risoluta una specie di slancio, di ardore tropicale. Se qui scoppiasse l’insurrezione di San Domingo, il sangue anglo-sassone vincerebbe in quei giovani figli di padri bianchi; e con tutta la fierezza dei nostri stessi sentimenti, non si lascerebbero più oltre trafficare. Essi insorgerebbero, e farebbero insorgere al tempo stesso la stirpe delle loro madri.
      — Frottole! Sciocchezze!
      — Io ho letto un’antica profezia in questi termini: — continuò Agostino — «Avverrà allora come ai giorni di Noè: essi mangiavano e bevevano, si ammogliavano, e davano giovinette a marito fino a che il diluvio venne e li portò via».
      — Insomma, — disse Alfredo ridendo — mi pare che voi riuscireste a fare il predicatore ambulante. Ma, di grazia, non abbiate paura per noi: il potere è nostro. Questa razza soggetta — proseguì egli, percotendo in terra col piede — è bassa, e bassa resterà. Noi abbiamo energia quanto basta per far uso della nostra polvere da fucile.
      — Giovani educati come il vostro Enrico, saranno custodi eccellenti delle vostre polveriere! — disse Agostino. — Che sangue freddo! Che impero sopra di sé! Il proverbio dice: «Colui che non sa governare se stesso, non sa governare neppur gli altri».
      — Qui sta la difficoltà; — disse con aria pensosa Alfredo — di certo, il nostro sistema non è il più adatto per formare docili figli.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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