.. Tu sei cristiano, babbo, non è vero? — disse Evangelina con aria pensosa.
— Perché mi fai questa domanda?
— Non so. Tu sci tanto buono, né potrei comprendere come tu non fossi cristiano.
— Che intendi, per esser cristiano, Eva?
— L’amar Cristo sopra ogni cosa!
— E lo ami, tu, Eva, a questo modo?
— Sì, certamente.
— Ma, — disse Saint-Clare — non lo hai mai veduto!
— Che importa ciò? — replicò Evangelina. — Io credo in Lui, e fra non molti giorni lo vedrò.
E il viso della fanciulla era tutto raggiante di allegrezzaSaint-Clare non aggiunse parola. Si ricordò che sua madre aveva gli stessi sentimenti; ma nessuna corda vibrava nel suo cuore.
Evangelina dopo quel giorno declinò rapidamente; non vi era dubbio del prossimo evento: bisognava rinunziare a ogni speranza. La sua bella camera da letto era agli occhi di tutti una stanza mortuaria.
Lo zio Tom era spesso nella camera di Evangelina.
La fanciulla andava soggetta a irritazioni nervose, e trovava qualche sollievo nel farsi portare in giro; ed era per Tom la maggior sodisfazione di recare in braccio quella debole creatura, adagiata sopra cuscini, ora nella sua camera ed ora sulla veranda, e talvolta, quando un fresco venticello spirava dal lago, nelle prime ore del mattino, egli la portava attorno sotto gli aranci del giardino, e la deponeva sopra un sediletto, per cantarle i suoi inni prediletti.
Anche suo padre la portava in braccio, ma non poteva regger molto a questa fatica, e quando essa lo vedeva stanco gli diceva:
— Babbo, lascia fare a Tom.
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