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      Sconsiderati e frivoli com’erano, manifestarono tuttavia un profondo sentimento; e mentre miss Ofelia regolava le più minute particolarità di ordine e di nettezza, essi ebbero cura di. dare alla stanza mortuaria l’impronta di una dolce poesia e di toglierne il carattere sinistro che si nota troppo spesso nelle cerimonie funebri della Nuova Inghilterra.
      I vasi che ornavano la stanza furono pieni di ogni sorta di fiori bianchi odorosi. La tavoletta di Evangelina, coperta d’un pannolino bianco, sosteneva il suo vaso prediletto, contenente una sola rosa bianca, appena sbocciata.
      Mentre Saint-Clare stava presso il letto con aria meditabonda, Rosa entrò lievemente nella camera con un panierino di fiori bianchi; ma visto il padrone, diè alcuni passi addietro, e rispettosamente si fermò; poi, siccome egli di nulla si accorgeva, si fece innanzi per adornarle il letto funebre. Saint-Clare la vide come in sogno porre un ramoscello di gelsomino fra le dita della fanciulla e aggiustarle fiori intorno.
      L’uscio si aprì di nuovo, e Topsy, con gli occhi gonfi dal piangere, si affacciò tenendo qualche cosa sotto al grembiule.
      — Va’ via; — disse Rosa con voce sommessa, ma aspra e imperiosa — tu non hai che fare qui.
      — Oh, permettete ch’io entri! Reco un fiore, un fiore proprio bello, — rispose Topsy, mostrando una rosa tea appena sbocciata. — Permettete che la deponga sul letto.
      — Esci, — soggiunse Rosa con voce anche più imperiosa.
      — Lasciate che rimanga! — esclamò Saint-Clare battendo il piede con forza.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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