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      — Come puoi sapere che c’è un Cristo, Tom? Lo vedesti forse, il Signore?...
      — Lo sento nel mio cuore, lo sento ora più che mai! Oh, padrone, quando io fui venduto, separato dalla mia vecchia e dai miei bimbi, ero nella desolazione! Mi parve che mi togliessero tutto. E allora il Signore mi sostenne, e mi disse: «Non temere, o Tom». E fece ritornar la luce nell’anima dello sventurato; v’infuse la sua pace; e quindi mi rassegnai; amo tutti, adoro la volontà del Signore, e mi trovo contento dovunque Egli mi pone. So che questa forza non deriva da me, che sono una povera misera creatura, ma mi viene da Dio; Egli farà altrettanto per il padrone. —
      Tom parlava con voce interrotta dal pianto e dai singhiozzi. Saint-Clare appoggiò il capo alla sua spalla, e strinse con affetto quella mano nera sì ruvida e sì fedele.
      — Tom, mi vuoi bene? — diss’egli.
      — Darei la mia vita in questo stesso giorno per veder cristiano il mio padrone.
      — Benedetta semplicità! — soggiunse Agostino alzandosi da sedere. — Io non sono degno dell’amore di un cuore ben fatto e onesto come il tuo.
      — Oh, padrone! C’è ben altri che me, ad amarvi! Iddio benedetto vi ama.
      — Come lo sai, Tom? — chiese Saint-Clare.
      — Lo sento in fondo all’anima. Oh, padrone, l’amore di Cristo supera ogni intelletto umano!
      — Cosa singolare, — esclamò Agostino voltandosi da un lato — che la storia d’un uomo, morto da diciotto secoli, possa commuovere la gente a tal segno! Ma non era un uomo! — soggiunse tosto. — Mai un uomo ebbe tal potere grande e durevole.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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