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      L’eroismo e il disinteresse risorgono qua e là sulla terra. I nobili d’Ungheria fanno liberi milioni di servi, nonostante un’immensa perdita pecuniaria; e forse si troveranno anche fra noi animi generosi che non valuteranno in dollari la giustizia e l’onore.
      — Io stento a crederlo, — disse miss Ofelia.
      — Ma supponete che noi domani sorgiamo a proclamare l’emancipazione degli schiavi; chi educherà poi quei milioni di negri, chi insegnerà loro a bene usare della libertà? Qui non arriveranno mai a gran che di buono. Siamo noi stessi tanto indolenti e poco pratici, che non possiamo dar loro una chiara idea dell’operosità e dell’energia necessarie a farli uomini. Dovrebbero andare negli Stati settentrionali dove il lavoro viene tenuto in onore ed è costume generale. Ora, ditemi, c’è lassù fra voialtri tale dovizia di cristiana filantropia che basti a sostenere il peso della loro educazione, a procurare la loro elevazione morale? Voi elargite milioni di dollari alle missioni estere; ma soffrireste che i Gentili fossero mandati nelle vostre città e nei vostri villaggi, e spendereste, voi medesimi, tempo e denaro e attività spirituali per inalzarli al tipo del vero cristiano? Questo io domando. Se noi emancipiamo, siete voi disposti a educare? Quante famiglie accoglierebbero nel proprio seno un negro e una negra, e avrebbero poi la pazienza d’istruirli, di sopportarli, d’inculcar loro sani principii e sentimenti religiosi? E quanti negozianti o industriali impiegherebbero Adolfo, s’io volessi farne un commesso o un operaio?


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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