Giunse frattanto il medico, ed esaminò la ferita.
Dall’espressione del suo volto si vedeva chiaramente che ogni speranza era vana; ciò nonostante, aiutato da miss Ofelia e da Tom, egli si diede a medicare la piaga, in mezzo alle grida, ai singhiozzi ed ai lamenti degli schiavi, i quali erano accalcati intorno agli usci ed alle finestre della veranda.
— Ora — disse il medico — bisogna mandar via di qui tutta questa gente; tutto dipende dal mantenere la maggior quiete possibile. —
Saint-Clare aprì gli occhi, guardò quelle creature desolate che il dottore e miss Ofelia si sforzavano di allontanare dalla sala.
— Poveretti! — esclamò.
E l’espressione di un acerbo rammarico gli oscurò il volto.
Adolfo ricusò pertinacemente d’andarsene.
Il terrore gli aveva tolto ogni presenza di spirito; egli si era gettato bocconi a terra, ed ogni sforzo per farlo rialzare era stato inutile.
Gli altri cedettero alle esortazioni ed alle rimostranze di miss Ofelia, la quale diceva loro che la vita del padrone dipendeva dalla loro obbedienza e dal loro silenzio.
Saint-Clare poteva articolare a fatica una parola; quantunque i suoi occhi fossero chiusi, ben si vedeva che l’anima sua era in preda a dolorosi pensieri.
Dopo un istante, egli posò la mano su quella di Tom, inginocchiato vicino a lui, e gli disse:
— Tom, mio povero Tom!
— Ebbene, padrone! — rispose Tom vivamente.
— Io muoio!... — soggiunse egli stringendogli affettuosamente la mano. — Prega!
— Volete che si chiami un ecclesiastico? — domandò il medico.
Saint-Clare fece rapidamente cenno di no con la testa, poi replicò con più ardore a Tom:
| |
Ofelia Tom Ofelia Ofelia Tom Tom Tom Tom
|